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ARTIGLIERI A LONGARONE 16 LUGLIO 2023

Gli Artiglieri nel 60° del disastro del Vajont

Riuscito e significativo raduno interregionale a Longarone

Nel quadro delle manifestazioni per il 60° anniversario del disastro del Vajont si è inserita anche l’iniziativa di un Raduno interregionale a Longarone per ricordare l’opera pietosa degli Artiglieri prontamente accorsi per prestare aiuto e conforto alle famiglie dei superstiti in quelle dolorose giornate dell’ottobre 1963.

Organizzata dalle Sezioni di Belluno, Trichiana e Ponte nelle Alpi dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia e condotta da Dino Bridda, vice presidente della Sezione provinciale, la manifestazione ha visto il patrocinio dei Comuni di Longarone, Erto e Casso, Vajont e Ponte nelle Alpi, della Provincia di Belluno, della Fondazione Vajont e della Regione del Veneto con la collaborazione del locale Gruppo Alpini.

Nel piazzale antistante il Municipio sono intervenute le delegazioni di una trentina di Sezioni An.Art.I. venete e friulane (anche quella modenese di Zocca), di vari Comuni e di numerose associazioni combattentistiche e d’arma. Al microfono il Sindaco di Longarone Roberto Padrin, il vice presidente vicario nazionale degli Artiglieri Mauro De Angelis ed il presidente provinciale Costante Fontana. 

Particolarmente apprezzata ed emotivamente coinvolgente è stata la testimonianza del generale Agosto, all’epoca giovane ufficiale del 6° Artiglieria da montagna che fu tra i primi ad accorrere nella notte tra il 9 ed il 10 ottobre 1963: «In quella triste notte ci fu un allarme, credemmo fosse un allarme Nato e ci preparammo con l’equipaggiamento d’ordinanza. Telefonicamente, però, ci dissero che era crollata la diga del Vajont e c’erano migliaia di morti. Arrivammo a Longarone di primo mattino per dare il cambio agli alpini dal Cadore, i primi ad arrivare: vedemmo un paese distrutto. Scavammo sino a notte fonda nel fango trovando corpi: era tutto un gigantesco cimitero… La mattina dell’11 ottobre – continua Agosto – incontrai una signora di Pirago che era sopravvissuta: il suo letto era stato travolto dall’onda e galleggiava sul Maè. Non trovava più il marito che era con lei, la casa era distrutta. Per trenta giorni senza sosta il nostro compito fu di scavare e recuperare corpi. Presto dovetti chiedere soldati in cambio perché i miei sottoposti avevano visto scene raccapriccianti. Quei poveri ragazzi di leva dichiararono che facevano loro bere anice e cognac portati con autocisterne… Un modo per non far pensare all’orrore. Ricordo le cataste di legna ammassate sul Piave e sul fango dove trovavamo i cadaveri».

Una pergamena a ricordo dell’opera dei soccorritori del 6° Reggimento è stata consegnata dal Sindaco all’An.Art.I. nazionale, alle tre Sezioni bellunesi ed al generale Giampaolo Agosto, testimone di quel tragico fatto che segnò la storia dell’intera provincia di Belluno: «Artiglieri e alpini – ha detto il sindaco – furono i primi ad arrivare a Longarone per aiutare la comunità a rialzarsi e ripartire. Tanti soldati, molti giovani, sono venuti qui e ci hanno lasciato un pezzo del loro cuore. Ricorderemo loro e tutti i soccorritori con un grande evento in programma nei prossimi mesi».

A seguire è stata poi consegnata una copia dell’inedito resoconto dell’intervento di allora dell’Esercito italiano – v. IV Corpo d’Armata Alpino al comando del generale Ciglieri – al Museo del Vajont, al Comune di Longarone ed all’An.Art.I.

Successivamente si è formato un corteo, al passo di marcia scandito dalla Banda della Val Cantuna, che ha raggiunto dapprima piazzetta Urussanga per l’alzabandiera, poi piazza Gonzaga, per deporre una corona al monumento ai caduti, indi la chiesa monumentale del Michelucci per la celebrazione della S. Messa. Nel pomeriggio un’altra corona è stata deposta dall’An.Art.I. al cimitero di Fortogna in ricordo delle vittime colà sepolte.